Il castello di Vìgolo era un avamposto del potere vescovile di Trento, utile per controllare la popolazione di Caldonazzo e in genere per tenere sotto osservazione il territorio. Appartenne al vescovo Aldrighetto di Castel Campo e ai signori di Pomarolo. Dopo l’incursione di Ezzelino, che lo diede alle fiamme, venne riedificato e affidato alla famiglia Tabarelli de Fatis di Terlago.

Il castello in epoca tardo medioevale ricadeva ancora nel territorio del Principato Vescovile di Trento ed era concesso in uso ai vicini che contraccambiavano questa libertà con il versamento dei tributi previsti dalle REGOLE.
Con l’avvento di Federico II di Svevia il potere Vescovile nel timore che il castello potesse essere affidò a nobili fedeli all’imperatore ne affidò la giurisdizione ad una nobile famiglia locale di provata fedeltà al Vescovo. Per la nomina dei rappresentanti del clero l’intero territorio faceva capo alla diocesi di Feltre mentre per la nomina dei nobili signori reggenti alla diocesi di Trento.
Nel 1477 la famiglia Tabarelli de Fatis di Terlago si impossessò del castello. L’attuale fisionomia del castello è dovuta a ricostruzioni risalenti al XV e XVII secolo e poco resta della configurazione medioevale eccetto la torre, perchè il castello andò soggetto ad attacchi e demolizioni parziali soprattutto nel XIII secolo ad opera degli Ezzelini. Dopo essere stato per lungo tempo in possesso di contadini e poi della chiesa, il castello Vigolo Vattaro è tornato a far parte della proprietà Tabarelli, quando un membro di questa famiglia, e precisamente un appartenente al ramo dei Tabarelli residenti a Cavalese, acquistò la costruzione nel 1962 per salvarlo dalla completa rovina.
