Nel 1220 in due distinti documenti purtroppo attualmente dispersi, ma visti da Giancrisostomo Tovazzi, (un frate erudito trentino che nel corso del Settecento ha lavorato al riordino di diversi archivi civici) per la prima volta compare un Fato de turri Trilaci. Quasi sicuramente da questo nome – aferesi di Bonfato o Malfato – la famiglia riceve il cognome de Fatis.
Con l’inizio del Trecento cominciano a prendere consistenza atti e documenti in cui vengono nominati discendenti di Fato.
Dal 1307 al 1333 è ripetutamente menzionato Iohanis cond. Fati notarij e in un documento senza data ma assegnabile agli anni a cavallo del Duecento col Trecento è riportato un suo zio paterno nonché omonimo, Iohanes frater Fati not. de Terlacu.
Una ulteriore pergamena del 1336, attesta l’esistenza di Fatus filius ser Iohannis cond. ser Fati.
Il figlio di questo secondo Fato verrà chiamato Giovanni come il nonno. Infatti un Iohanne cond. Fati risulta presenziare nel maggio del 1356 alla stesura di un contratto agrario. Giovanni intraprese la carriera dei suoi progenitori e quasi certamente sul finire del Trecento, grazie al notariato, acquisisce la cittadinanza di Trento.
Dopo di lui la famiglia si dividerà in due distinti rami. Egli infatti ebbe tre figli: Paolo dal quale discende il ramo dei conti Terlago, Antonio, precursore dei Tabarelli, i soli che conserveranno il de Fatis come memoria del casato antico e Francesco di cui poco o nulla si sa.
Si ha quindi la seguente genealogia antica:
Fato I° (metà / fine XIII secolo)
padre di Giovanni I° (fine XIII secolo / prima metà XIV secolo)
padre di Fato II° (metà XIV secolo)
padre di Giovanni II° (metà / fine XIV secolo)
padre dei fratelli:
Paolo capostipite dei Terlago
Antonio capostipite di tutte le successive linee dei Tabarelli
Francesco
Paolo ebbe due figli, Antonio e Giovanni Conto mentre suo fratello Antonio ebbe il solo Paolo (dictus Tabarellus), cioè la persona che ricevette dai contemporanei, sembra per via di un corto tabarro comunemente indossato, il soprannome “tabarello” che diventerà il cognome distintivo della sua discendenza.
Nell’aprile del 1432 questi tre esponenti della famiglia de Fatis (Antonio, Giovanni Conto ed il loro cugino Paolo) ricevono a Parma, dall’imperatore Sigismondo di Lussemburgo, la nobilitazione imperiale.
Sigismondo conferì come stemma un levriero nero rampante. Il decreto recita: “Nobilibus Antonio utriusque iuris perito ac Ioanne Conto fratribus quodam Pauli de Fatis de Terlaco et Paulo quodam Antonii de Fattis de Terlaco eius consanguineo”.
Nell’ottobre dell’anno successivo i tre de Fatis conseguirono anche la nobiltà vescovile per mano del Principe Vescovo di Trento, Alessandro duca di Mazovia, che concesse loro di aggiungere allo stemma l’aquila polacca.
Paolo “Tabarello” ebbe quattro figli:
Gasparino capostipite della linea di Terlago
Francesco capostipite della linea di Faver – Cembra
Tommaso capostipite della linea di Vigolo Vattaro – Trento
Giovanni capostipite (1795-1859) della linea di Rallo – Tassullo
All’uno o all’altro di questi quattro fratelli si riconducono tutti indistintamente i Tabarelli, i Tabarelli de Fatis ed i Tabarelli de Fatis Terlago sparsi per il mondo.