Vobarno (Boaren in dialetto bresciano) è un comune italiano di 8.228 abitanti della provincia di Brescia, in Lombardia. Situato nella Valle Sabbia, il comune appartiene alla Comunità Montana della Valle Sabbia. Dista circa 8 chilometri da Salò e dal Lago di Garda.

La Vobarno di oggi si sviluppa da un primitivo piccolo centro romano, posto sulla riva sinistra del fiume Chiese, dove si trova la chiesa parrocchiale; il vicus era il centro del pagus romano, una circoscrizione vasta quanto sarà nel Medioevo quella della pieve, e la plebs cristiana sostituisce il pago e ne assume le funzioni durante il tragico periodo delle invasioni barbariche (V–VI secolo).
Ignoto è il processo che portò alla costituzione della Vicinia, primo nucleo di quello che diventerà il comune di Vobarno. Tutti i documenti relativi sono stati distrutti in seguito al saccheggio operato nel 1526 dai Lanzichenecchi di Frundsberg, discesi dalle montagne della Degagna durante la loro spedizione culminata con il Sacco di Roma. È questo l’episodio più drammatico nel periodo compreso fra la dedizione a Venezia (1426), che porta all’inserimento di Vobarno nella Magnifica Patria in qualità di capoluogo della Quadra di Montagna, e la terribile pestilenza del 1630 che, a prestar fede alle fonti (Odorici e B. Faino, Coelum Sanctae Brixianae Ecclesiae), avrebbe ridotto la popolazione della metà (dai 1500 abitanti della metà del Cinquecento ai 750 della metà del Seicento).
La prima svolta della storia moderna vobarnese è costituita dall’arrivo nel 1797 dei francesi, guidati nella prima campagna d’Italia dal giovane generale Bonaparte, battuti alla Corona, nei pressi di Vobarno, dagli austriaci di Quosdanovich calati dal Trentino. L’anno di Campoformio vede non solo la fine della dominazione veneta, ma anche l’abolizione di tutti i privilegi che distinguevano le famiglie antiche originarie dagli immigrati successivi.

Consolidato il proprio dominio in seguito alla repressione delle insorgenze filoveneziane, i francesi inserirono i comuni di Vobarno, Teglie (riunito nel 1810 a Vobarno) e Degagna nel Dipartimento del Mella della Repubblica Cisalpina. A quell’epoca Vobarno avrebbe avuto 1300 abitanti e Degagna circa 640.
Alla caduta del regime napoleonico, Vobarno e Degagna passarono al Regno Lombardo-Veneto (XIV distretto di Salò) e in seguito al Regno d’Italia (Circondario di Salò).
La scomparsa dello stabilimento Falck, ha aperto una fase tuttora in pieno sviluppo, che vede Vobarno notevolmente ampliata nella sua estensione (dal dopoguerra ad oggi la superficie edificata è cresciuta molto più della popolazione, a dimostrazione del diffondersi di un benessere frutto del sacrificio e del duro lavoro) e profondamente modificata nella sua popolazione, con massicce immigrazioni prima da altre località più o meno limitrofe, poi – a fine millennio – da altre nazioni europee e da altri continenti, e con il costituirsi di numerose comunità di origine esteuropea, araba ed africana.

Il simbolo del Comune, la pigna, è ispirato a un manufatto in marmo di origine romana rinvenuto in epoca medioevale nel campanile della chiesa di Santa Maria Assunta, rappresentante appunto una pigna di circa cinquanta centimetri di altezza. Il manufatto è oggi custodito nella Biblioteca comunale.
Oggi il territorio comunale è composto, oltre dal capoluogo da otto frazioni: Pompegnino, Collio, Degagna con Eno e Carvanno, Teglie e Moglia e Carpeneda.