La famiglia è originaria di Terlago, piccolo paese a ovest di Trento sulla strada per le Valli Giudicarie e del Sarca.
La famiglia si è poi divisa in quattro rami: l’uno è rimasto a Terlago, il secondo è andato in Val di Cembra (a Faver), il terzo a Tassullo (Val di Non) e il quarto a Vigolo Vattaro (e poi a Trento).
Il ramo di Terlago esiste ancora, numeroso, ed ha alcuni esponenti nella vita pubblica locale. I suoi componenti vivono ancora nel paese ed alcuni a Trento. Da questo ramo partirono alcuni componenti che dettero origine a una famiglia di Bolzano (da non confondere con quelle staccatesi da Faver più sotto ricordate) e a una famiglia di Innsbruck, oggi divisa in più rami.
Il ramo di Tassullo si è estinto.
Il ramo di Faver – nato poiché il capostipite vi si trasferì in seguito al matrimonio con Caterina de Barbi, la cui famiglia era feudataria di Castel Grumés (oggi distrutto), si dilatò poi a Cembra, Cavalese, Arco, Riva, Rovereto, Nave S. Rocco, Ala, Milano, Bolzano, Bologna, Roma. Non ha più nessun rappresentante né a Faver né in valle.
Il ramo di Vigolo Vattaro nato anche per un matrimonio in quanto il capostipite sposò Dorotea di Montebello di famiglia della Valsugana e vi si trasferì – il castello era vacante – per essere più vicino alle terre della moglie, è ridotto attualmente a quattro membri: padre, due figli e sorella del padre. Stanno a Trento.
A questo ramo si deve la ricostruzione (inizio a cavallo tra il 1400 e il 1500, fine nella seconda metà del 1700) del palazzo Tabarelli di Via Oss Mazurana di Trento, oggi sede di una banca. Allo stesso l’abbellimento e l’ampliamento del Castello di Vigolo. Castello che, ridotto ad una completa rovina, è stato da me rilevato trent’anni or sono e completamente restaurato. (Io sono del ramo di Faver trasferitosi poi a Cavalese – dove oggi ci sono solo tre discendenti femminili, ottantenni o più – poi ad Arco – dove non c’è più nessuno – quindi a Bolzano – dove esistono ancora dei cugini – e infine a Milano).
Origine
Tutti i rami ebbero origine da PAOLO DE FATIS TERLAGO “dictus” TABARELLUS (data di nascita sconosciuta, morto nel 1469), il quale, insieme con i cugini ANTONIO e GIOVANNI CONTO (che diedero origine alle famiglie Terlago de Fatis), fu nominato nobile del S.R.I. dall’Imperatore Sigismondo nel 1432. L’anno successivo il principe Vescovo di Trento Alessandro di Mazovia potenziò lo stemma. Nel 1530 l’imperatore Carlo V concesse alla famiglia un motto (“magnanimo potuisse sat est“; l’altro motto “fatis credite – credite fatis – fallere nesciunt” è patrimonio da sempre, ma non si sa quando e da chi sia stato dato).
I rami di Faver, Castel Vigolo e Tassullo ebbero origine nella seconda metà del ‘400 ad opera dei figli di Paolo. In seguito i rami di Faver e Vigolo Vattaro ebbero il titolo di cavaliere aurato e conte palatino. Il ramo di Vigolo Vattaro ebbe nel 1790 dal Principe Elettore di Baviera il titolo comitale del S.R.I.
Il solo ramo di Faver è iscritto al Libro d’Oro della Nobiltà Italiana (conferma di Vittorio Emanuele III del 1925) in quanto l’unico che presentò la documentazione necessaria dopo l’annessione all’Italia del Trentino.
La famiglia Terlago, che deriva dall’Antonio sopraricordato in quanto il ramo di Giovanni Conto si inaridì molto presto, si è estinta pochi anni or sono e l’ultimo rappresentante ha lasciato erede del nome e della sostanza (a Terlago c’è un castello) il nipote Marchese Sandro Pallavicino, il quale oggi aggiunge al proprio il cognome Terlago de Fatis.
Sulla famiglia Tabarelli de Fatis esiste una pubblicazione stampata a Bassano sul finire del ‘700, che riporta tutti i testi dei diplomi originali di nobiltà e molti documenti successivi, una copia della quale è alla Biblioteca Marciana di Venezia, il cui titolo è Nonnulla documenta familiae de Trilaci et de Trilaci de Fatis Tabarella.
[Vedi link al testo completo Nonnulla documenta]
